Oggi, ristudiando il primo movimento della Sonata op. 35 di Chopin, mi sono imbattuta in un'osservazione

di Cortot a proposito dell'accentuazione del tema alle batt. 25-29:

Chopin, op. 35, primo movimento, tema da battuta 25
Fig. 1 - F. Chopin, Sonata op. 35 in si bemolle minore, primo movimento, batt. 25-28 (Ed. a cura di Jan Ekier).
Fig. 2 - Immagine decorativa: frammenti surrealisti di tecnologie innovative

Cortot, nell'edizione a sua cura, scrive in nota: "L'indicazione riportata in tutte le edizioni di un accento sull'accordo che accompagna la ripetizione del tema dev'essere il risultato di una cattiva interpretazione del manoscritto; verosimilmente Chopin voleva..." e riscrive il testo allungando l'accento sulle crome, trasformandolo in una forcina in diminuendo che comincia sulla croma precedente come riportato alla Fig. 3:

F. Chopin, Sonata op. 35 in si bemolle minore, primo movimento, batt. 25, ed. a cura di A. Cortot, n. 6, p. 8
Fig. 3 - F. Chopin, Sonata op. 35 in si bemolle minore, primo movimento, batt. 25, nota 6 a p. 8, ed. a cura di Alfred Cortot.

Ora mi pare che l'osservazione di Cortot non sia affatto convincente, ma anzi sottragga senso allo specifico carattere del materiale musicale.

Prima di tutto, i successivi studi filologici hanno dimostrato che Chopin non era certo parco nel segnare dinamiche, anche sulle copie di amici ed allievi, quindi mi pare strano che si tratti di una cattiva interpretazione del manoscritto, durata fino ad oggi. Ekier, che ha curato il testo di cui ho riportato uno stralcio alla Fig. 1, era meticolosissimo nella ricostruzione. Lo dico, perché ho avuto modo di conoscerlo frequentando una sua masterclass nel lontano 1989; era enormemente erudito, oltre che un bravo pianista (sapeva suonare molto bene anche Bach al pianoforte, cosa per me assai significativa) e si vantava di aver passato in rassegna tutti i manoscritti e le edizioni esistenti dell'opera omnia di Chopin. Peccato che non sia stato possibile ascoltare una sua lezione su almeno uno mazurca, tema che deve rimanere avvolto dal velo dell'esoterismo iniziatico per molti insegnanti ... e quindi anche per molti studenti.

Detto questo, non mi scandalizzo certamente che Cortot avesse deciso di alterare le dinamiche chopiniane secondo il suo personale gusto. Non sono questi i tempi per scandalizzarsi, segnati come sono dal pensiero debole, ma non trascurerei alcune evidenze:

  1. L'inizio del tema alla prima enunciazione non porta indicazioni dinamiche, non esistono forcine alle batt. 9-10, corrispondenti alle batt. 25-26 della seconda enunciazione. Lo intendo come indicazione per la realizzazione di un piano calibrato sul lungo pedale sottostante (autografo).
  2. L'indicazione agogica aggiunta è chiara: "agitato".
  3. Alla seconda enunciazione è indicato un "forte" che dà risalto al re bemolle (prima croma batt. 25), che evidentemente non deve spadroneggiare fissandosi da solo nella memoria uditiva, altrimenti il compositore non avrebbe segnato la triade completa alla seconda croma
  4. Infine, ed è l'elemento che più mi affascina, proprio la sonorità piena sulla seconda croma ( non sarà un marcato inelegante!), ascoltata con il basso, genera un effetto di sincopato, determinante nella resa dell' "agitato". 

La prova? Si suoni l'intera frase con tutto il testo affidato alla mano destra e soltanto la prima, la quarta, la quinta e l'ottava croma del testo affidato alla sinistra; ne emergerà il filo rosso ritmico-melodico destinato a suscitare in chi ascolta ... una vaga agitazione :-)